Premesso che non ero a Torino per la partita ma per l'Ulivo d'oro che mi ha premiata per una mia lirica. Per prima cosa mi lamento dell'accoglienza! Appena entrati il proprietario forse disturbato dal nostro accento fiorentino (alle 18.00 si sarebbe svolta Juventus/Fiorentina)non ha dato il benchè minimo cenno di un sorriso, tanto meno un cordiale . Si è preoccupato solo di chiedere se avessimo prenotato e qui leggo che non è nemmeno obbligatorio farlo. La cucina è abbastanza buona , migliore terra che mare. Il cameriere si è disturbato a farci un sorriso verso la fine del pranzo! Sono convinta che l'accoglienza in un qualsiasi locale sia una delle cose più importanti,pari all'importanza della qualità delle portate. Peccato! Non credo torneremo!

Cucina tradizionale,il menu comunque è molto vario, c'è l'imbarazzo della scelta. Per quanto riguarda l'atmosfera, surreale...sarà che il sabato sera c'è affollamento, ma i tavoli sono davvero ristrettissimi, si è gomito a gomito. il cameriere che ci ha servito era molto cortese, e professionale. Non posso dire lo stesso per la signora (immagino la proprietaria) che nè nel riceverci, nè nel congedarci è stata in grado di fare un sorriso o anche solo di ringraziare di essere stati nel suo ristorante. Insomma, con la scelta che Torino propone, queste realtà, non mi lasciano proprio niente di buono da ricordare.