Si potrebbe chiamarla “Antica Trattoria dal Biondo”. È li da sempre. I gestori attuali sono i figli dei precedenti. Quando lo spazio era solo quello della vecchia casa e la tettoia, che ricopre l’attuale sala da pranzo non c’era, lo spazio era solo quello di due locali che la stessa struttura della casa poteva offrire. Da sempre, e va sottolineato: da sempre, la specialità della trattoria, come secondo, è il pollo fritto. È facile dire: “pollo fritto”, ma come lo si fa e lo si mangia “dal Biondo” non lo trovi da nessun’altra parte. Inutile dire che la ricetta per fare la pastetta che lo avvolge è un segreto della famiglia, che si tramanda ma non si dice. Naturalmente, oltre allo loro specialità, offrono tutta la gamma tipica delle nostre trattorie rustiche; ai ferri o al tegame, con ricchi contorni, sempre tre di base per il pollo fritto: patatine al forno, verdura cotta, fagiolini con o senza cipolla e, a richiesta, tutte le verdure di stagione e non solo. Tre sono anche i sughi che accompagnano in abbondanza i favolosi “Bigoli fatti in casa”, cosi come per le tagliatelle; ragù che, a richiesta, può essere tradizionale o di lepre o quant’altro, piselli e salsa speciale legata alla stagione, il tutto con quantità a iosa di formaggio grana grattugiato di fresco. Per i vini c’è ampia scelta, dal vino sfuso alle bottiglie pregiate; io ho sempre pasteggiato con il loro buon vino sfuso. Senza dilungarsi, è ovvio che offrono anche tutte e tante altre cose, sia per i golosi che per i buongustai; fino al bicchierino della staffa. Insomma, io mi ci trovo bene e ve lo consiglio. Se ci andate per degustare dei buoni piatti ma non per crapulare e bere come nei baccanali, magari solo pretendendo vini griffati invece che il buon vino della casa, il prezzo è più che modesto. Ci vado ogni qual tanto e conto di andarci, sempre ogni qual tanto, per molto tempo ancora. Giulio De Altin